Gli effetti sanitari dell'uranio impoverito

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L'uranio impoverito è un metallo pesante radioattivo. Un contatto diretto e prolungato con munizioni o corazzature all'DU può causare effetti clinici nefasti. Tutavia, l'uranio impoverito giunge al suo massimo potenziale di causare danni quando frammenti o polveri di DU penetrano nel corpo. La tossicità chimica dell'DU rappresenta la fonte di rischio più alta a breve termine, ma la radioattività dell'DU può causare seri problemi clinici nel lungo periodo (anni o decenni dopo l'esposizione).

L’uranio ingerito, inalato, o presente nei frammenti di proiettile incorporati può essere solubilizzato dall’organismo e depositarsi in diversi organi. L’uranio è normalmente distribuito in tutti i tessuti dell’organismo, in quantità comprese fra i 2 ed i 62 mg, ma legato a biomolecole, che lo rendono innocuo.

Il principale organo interessato per la tossicità dell’uranio è il rene. Il sito principale di interazione sono i tubuli prossimali, dove i composti carbonati vengono degradati, consentendo all’uranio di interagire con le membrane delle cellule apicali dell’epitelio tubulare.

Sulla pericolosità dell'uranio impoverito gli scienziati non sembrano essere concordi e per questo vi sono tesi differenti. Non esiste alcuno studio epidemiologico sull’uomo in grado di dimostrare effetti tossici degli ossidi di uranio. Si sono verificati però un certo numero di incidenti nelle centrali nucleari, a causa dell’esplosione di uranio metallico in aria mentre venivano maneggiati da lavoratori. In questi casi, è possibile avere aerosol con concentrazioni molto alte di uranio (decine di mg/m3 in aria), che sono chiaramente visibili. In un caso ben documentato, la concentrazione di uranio nelle urine il giorno dell’incidente era di 20 mg/l, e passò a circa 10 mg/l nel giro di una settimana. I lavoratori coinvolti in questi incidenti sembrano non aver mai riportato disfunzioni renali o di altro genere, né tumori anche molti anni dopo l’esposizione.

Il rischio sembra essere minore per i soldati sottoposti a brevi inalazioni di DU, ma la situazione potrebbe essere diversa nel caso della popolazione. L’uranio lasciato sul campo di battaglia viene lentamente trasportato dal vento e respirato, ed il fall-out può contaminare le falde acquifere ed entrare nella catena alimentare.

L'ingestione di grandi quantità di DU può comunque provocare patologie a breve termine come nausea, vomito, indebolimento e diarrea. Frammenti o particelle di DU entrati nel corpo anche attraverso ferite possono provocare gravi patologie anni o decenni dopo l'esposizione comprendenti danni al fegato o ai reni; immunidepressione; cancro osseo, ai polmoni e ad altri organi; leucemia; decadimento dei tessuti; anemia; danni genetici; sterilità e difetti neonatali. Come notato dal colonnello dell'esercito Eric Daxon, frammenti di uranio incorporati possono causare anche danni neurologici dipendenti dalla loro posizione nel corpo: «il rischio che frammenti vicini a tessuti nervosi danneggino questi tessuti dovrebbe essere attentamente valutato a causa della natura non-proliferativa di queste cellule

La radioattività dell'uranio impoverito viene considerata "di basso livello" confrontata all'"alto livello" di radioattività dell'uranio arricchito. La radioattività 'High level' rilasciata dalle armi nucleari e da altre sorgenti è pericolosa a causa dei raggi gamma ad alta energia che possono penetrare nel corpo e causare velocemente gravi danni o la morte. Sebbene la radioattività dell'uranio sia considerata 'low-level' perchè è costituita primariamente da particelle alfa, l'energia di una particella alfa è estremamente alta. Essa agisce solo a breve distanza, costituendo così il tipo più pericoloso di contaminazione se contenuta nel corpo.

Il manuale USA di addestramento descrive così la natura della radioattività:

La radioattività è l'emissione spontanea di particelle o di energia (radiazioni ionizzanti) da un atomo instabile, risultante nella formazione di un nuovo elemento. La radiazione ionizzante è costituita di particelle alfa, beta e raggi gamma. Gli effetti sulla salute delle radiazioni ionizzanti dipendono dal tipo di radiazione e da se il materiale radioattivo si trova dentro o fuori dal corpo . . . Le radiazioni alfa sono le più ionizzanti. Quando la particella alfa entra nel corpo i tessuti interni assorbono l'energia causando una distruzione massiccia delle cellule vicine alla particella. Per contro, i raggi beta e gamma sono più penetranti ma non causano tante ionizzazioni, causando meno danni al corpo. L'uranio impoverito è primariamente un emettitore alfa, sebbene possano venire emesse anche particelle beta e raggi gamma dai suoi prodotti di decadimento radioattivi.