La guerra del golfo e la sindrome del golfo (GWS)

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Nel 1990 l'Iraq (reduce dalla guerra svolta contro l'Iran per il possesso di alcuni territori di confine ricchissimi di petrolio, 1980-1988) invase il Kuwait per prendere il controllo dei suoi giacimenti petroliferi e per ottenere uno sbocco sul Golfo Persico, dando inizio alla guerra del Golfo. Il 16 gennaio del 1991 l'Onu autorizzò l'operazione Desert Storm (tempesta del deserto) per la quale gli USA e gli altri stati della NATO schierarono quasi un milione di soldati e migliaia di mezzi, terrestri, aerei e navali.

La guerra fu estremamente dura e sebbene non documentato o non documentato correttamente, si ipotizza che siano state usate armi chimiche e batteriologiche da entrambi le parti, oltre ai proiettili all'uranio impoverito. Vi è poi il rischio di contaminazione ambientale. E’ stato stimato che, alla fine della guerra del 1991, siano rimasti in Medio Oriente fra le 40 e le 400 tonnellate di DU, sotto forma di proiettili.

Gli USA mandarono il maggior numero di uomini in guerra e proprio tra i reduci si sviluppò una misteriosa sindrome denominata GWS (Golf War Syndrome) riconosciuta dal Pentagono.  Dei 697.000 soldati U.S. che hanno combattuto nel Golfo, più di 90.000 hanno accusato gravi problemi medici. I sintomi comprendono disfunzioni respiratorie, epatiche e renali, perdita di memoria, cefalee, febbre, bassa pressione sanguigna. Sono stati riportati difetti neonatali nei loro figli nuovi nati e l'uranio impoverito fa parte della lista dei sospetti per questi disturbi (insieme alle armi chimicho-batteriologiche e ai vaccini sperimentali forniti ai soldati).

Gli effetti sulla popolazione residente in Iraq sono molto più gravi.